L’evento è accreditato per:
MEDICO CHIRURGO specialista in:
ematologia; geriatria; medicina fisica e riabilitazione; medicina interna; medicina dello sport; pediatria; reumatologia; ortopedia e traumatologia; medicina trasfusionale; patologia clinica (laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia); radiodiagnostica
FISIOTERAPISTA
INFERMIERE
TECNICO ORTOPEDICO
TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA
TERAPISTA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITÀ DELL'ETÀ EVOLUTIVA
FARMACISTA: farmacista pubblico del ssn; farmacia territoriale; farmacista di altro settore
BIOLOGO
N. PARTECIPANTI: 40
CREDITI FORMATIVI: 4
L’emofilia fa parte delle Malattie Emorragiche Congenite, legate a carenza di fattore VIII o IX, causate da varianti genetiche localizzate sul cromosoma X; per questo sono colpiti generalmente i maschi e le femmine sono dette portatrici.
Il quadro clinico è dominato dalle emorragie a livello muscolo-scheletrico e, ancor di più, da quelle a livello articolare: gli emartri.
L’Emofilia è anche una malattia rara (si contano circa 5.000 pazienti in Italia, secondo le ultime rilevazioni del 2020) ma anche quella più frequentemente studiata e che, proprio a causa del quadro clinico più evidente, l’artropatia emofilica, è passata da prevalente interesse ematologico a pertinenza multidisciplinare, soprattutto ortopedica, fisiatrica e fisioterapica.
Recenti studi hanno infatti confermato che per oltre un terzo dei pazienti l’artropatia peggiora con l’età, nonostante il trattamento antiemorragico ben impostato e, quindi, la necessità di dover ricorrere ad interventi di chirurgia ortopedica maggiore, quali la protesi totale delle principali articolazioni colpite dalle emorragie, ossia le “target joints”: ginocchia, gomiti e caviglie.
Il trattamento riabilitativo rappresenta la adeguata risposta al trattamento chirurgico dell’artropatia emofilica: non è possibile pensare ad un intervento di artroprotesi totale di una target-joint, ormai solo fonte di dolore e altamente debilitante, senza far seguire un adeguato periodo di riabilitazione.
La riabilitazione, con la terapia sostitutiva e la chirurgia ortopedica, costituisce uno dei capisaldi del trattamento di questa malattia rara.
La Casa di Cura “Domus Salutis” di Brescia si è prestata alla riabilitazione dei pazienti affetti da emofilia fin dal 2003. La lungimiranza, la disponibilità, la capacità di accoglienza delle Ancelle della Carità, di comune accordo con la Direzione Generale e la Direzione Sanitaria, hanno fatto sì che, vent’anni dopo, quasi 400 emofilici potessero ricevere le adeguate cure riabilitative, anche grazie ad un reparto di prim’ordine nella cura e gestione delle problematiche inerenti l’Emofilia.
Il Convegno si propone, oltre che di ricordare gli inizi di questa storia, ora ventennale, anche di presentare alle persone con malattie emorragiche congenite ed alle loro famiglie lo stato dell’arte e le prospettive future, nonché toccare gli aspetti principali di un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento di specialisti, da anni esperti riconosciuti, anche in ambito internazionale.
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